Laddove si produceva uva, e dunque vino, il falegname si specializzava in un mestiere ancora più delicato e sopraffino e diveniva “Uttaru”. Il bottaio aveva una precisa conoscenza del legno e e del suo comportamento a contatto con i liquidi che doveva poi contenere, una volta creati i tini e le botti; il suo operato richiedeva precisione ed esperienza, visto che le doghe dovevano essere ben piallate e messe una accanto all’altra, senza alcuno sfiato unite da cerchi di ferro. Il bottaio provvedeva anche a realizzare, sempre in legno, tutta quella minuteria necessaria in cantina per i lavori del vino: cannelle, imbuti, ammostatoi, parti delle pigiatrici, rudimentali turabottiglie.
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